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CHI SIAMO

 

Esiste una differenza sottile in ciò che si intende come prodotto.

 

Che lo si intenda come alimento, cibo o come prodotto in senso commerciale è necessario non tralasciare né l'una né l'altra forma. Nel prendere in esame la qualità, essa, è costituita essenzialmente di entrambi i significati.

 

La gradevolezza al palato, la consistenza, il gusto, il piacere provocato, non sono che una parte della qualità del prodotto alimentare.
L'attenzione al seme, al fiore, al frutto, alle proprietà bio-chimiche dell'alimento, ai mezzi di produzione, di lavorazione e di ri-lavorazione, all'equilibrio dei costi, alla gestione degli spostamenti, allo spreco e al consumo, definisce ugualmente, la qualità di un prodotto.

 

A questo punto pare necessario fermarsi su una questione: dove arriva il biologico. Cos'è biologico se non qualcosa di già presente nella cultura, nella tradizione delle popolazioni e nei gruppi di individui isolati? Quale è la motivazione per cui si definisce biologico, un sistema di produzione agricola, in un periodo preciso e non presente, come concetto, in epoche precedenti?

Fino alla chimica, il sistema di produzione agricolo era biologico di fatto, ma non di nome.
Ora lo è di nome sicuramente.

 

L'introduzione di una terminologia nuova all'interno di una società è conseguenza dell'esigenza per cui essa è stata creata. Se l'esigenza può provenire da un cambiamento in atto, si inizia, allora, a pensare il biologico, quando il sistema di produzione agricolo, non è più biologico.
La concia dei semi, i trattamenti sistemici, la coltivazione intensiva e sistematica, la selezione artificiale delle specie, la modificazione genetica degli organismi tutti, non sono altro che la morte per mano del consumo, che cessa esso stesso. Da consumarsi preferibilmente entro...
In tanti mangiano, in pochi si nutrono.
Ciò che importa, è il senso di pienezza.
Sono sazio: di chimica, di materiale tossico-cancerogeno, informe, inodore, insapore o comunesapore.
Di quanto di commestibile si aggiri in una media città italiana, il 90% è robaccia, monnezza per gusto e composizione, ma con un gran vantaggio: rendere assuefazione e creare dipendenza.
Regge il mestolo alla mensa dei poveri.

 

I nostri prodotti provengono perciò da una selezione continua, che si prefigge di coniugare il più possibile tutti gli aspetti della qualità del prodotto alimentare, l'attenzione al palato, alla pianta, al trasporto e al consumo/spreco.
Il metodo di conduzione biologico, biodinamico, a basso impatto ambientale, in agricoltura è il punto di partenza, non di arrivo.
Punto di partenza perchè la cultura alimentare è, appunto, cultura – che in sé include già ciò che è biologico.

 

Rivediamo, allora, non solo il modo di coltivare, di lavorare e distribuire, ma anche rivoltare le abitudini alimentari, la cucina e soprattutto i tempi, il tempo come dimensione personale e collettiva degli eventi e magari interrogarsi sulle velocità.

 





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